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L'organizzazione della tesi
giovedì 21 febbraio 2008
La struttura generale di una tesi di laurea è la seguente:
· Indice
· Introduzione
· Capitoli centrali
· Conclusioni
· Note
· Bibliografia
· Sitografia (siti internet consultati, da cui si sono tratte informazioni imoportanti)
· Allegati (eventuali)
L’introduzione deve contenere gli elementi fondamentali della tesi, in modo da permettere a coloro che non hanno il tempo di leggere tutto il lavoro, di comprendere i punti chiave.
Inoltre l’introduzione deve illustrare con chiarezza gli obiettivi e le ragioni sottostanti alla loro scelta , presentare gli strumenti utilizzati e l’organizzazione essenziale in parti e capitoli.
Per ottenere una valida formulazione degli obiettivi occorre definire con precisione le ipotesi dalle quali si muove e la tesi che si intende dimostrare. Nonostante le ragioni sottostanti agli obiettivi siano spesso evidenti, può essere utile menzionarle per far capire bene l’origine del lavoro svolto.
I capitoli centrali sono il cuore della tesi. È impossibile dare una struttura valida per tutti, però possiamo fornire alcune indicazioni di carattere generale. In questi capitoli si deve:
1. proporre una rassegna di letteratura rilevante. E’importantissimo non divagare troppo dall’argomento scelto, o perdersi nelle minuzie.
Se si ritiene che un argomento meriterebbe un maggiore approfondimento, è meglio fare un rinvio es. “su questo argomento, vi segnaliamo Caio e Sempronio (1979)”.
2. Illustrare il modello teorico e lo schema interpretativo sul quale si fonda il lavoro;
3. presentare gli strumenti impiegati;
4. presentare e discutere i risultati ottenuti.
Le conclusioni sono parte integrante della tesi e rappresentano il coronamento del lavoro svolto.
Non sono un riassunto, ma costituiscono il momento di verifica della struttura argomentativa e della metodologia adoperata.
Se il lavoro è ben svolto, la stesura delle conclusioni sarà agile, perché immediata conseguenza del lavoro già svolto.
Le conclusioni devono essere chiare e sintetiche.
Le note servono a identificare la fonte dalla quale è tratta un’informazione o a fornire ulteriori considerazioni che altrimenti appesantirebbero il testo. Possono essere a piè di pagina o a fine della tesi, ma le prime sono più funzionali.
È importante inserirle sin da subito, onde evitare di dimenticare da dove si era tratta l’informazione.
Le note di riferimento bibliografico sono oggetto di Norma ISO 690 che prevede tre diverse modalità alternative tra loro. In genere si preferisce usare il sistema autore-data.
Tale sistema consente di richiamare direttamente all’interno del testo le opere citate in bibliografia.
I rimandi vanno fatti specificando di ogni citazione, l’opera, l’autore e l’anno di pubblicazione.

Si segnala a tal proposito lo scritto di Claudio Gnoli “Le citazioni bibliografiche: una guida introduttiva per interpretare e redigere correttamente le citazioni delle fonti bibliografiche” (http://www.aib.it/aib/contr/gnoli2.htm ).
La bibliografia deve essere rigorosamente organizzata per autori : in mancanza di autori individuali effettivi, devono essere considerati autori gli eventuali curatori degli scritti.

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posted by Cristina Pace at 12:24:00 | Permalink


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