Opac..cos'é?
lunedì 28 gennaio 2008
OPAC non è un piatto tipico, né il nome di un supermercato: tuttavia è una parola che almeno una volta nella vita abbiamo sentito.
Quante volte il personale di biblioteca, su vostra richiesta, si è seduto a fianco a voi davanti il pc per cercare nel “Catalogo on line”?
Ebbene in quei casi, anche se non lo sapevate, stavate consultando un OPAC, acronimo per On-line Public Access Catalog, ossia catalogo in linea accessibile pubblicamente.
“Public”e "On-line" perché un opac può essere consultato in biblioteca oppure comodamente seduti a casa vostra, offrendosi come strumento flessibile che permette di effettuare ricerche molte ampie.
Il tutto ovviamente a titolo gratuito.
Dall’avvento dell’informatizzazione delle biblioteche e grazie alla catalogazione automatizzata sono sempre meno diffusi i cataloghi tradizionali costituiti da schedine catalografiche cartacee. L’Opac permette di giungere alle informazioni attraverso punti di accesso più numerosi rispetto a quelli proposti dai cataloghi tradizionali (autore, titolo, soggetto , classificazione etc.)
In pochi click è possibile dunque ottenere l’informazione desiderata, compresa la localizzazione del documento e talvolta il full text.
L’Opac con cui gli utenti delle biblioteche dell’Università di Palermo hanno più familiarità è, senza dubbio, il Catalogo Bibliografico di Ateneo(link inserito nella sezione”link universitari” non più di una settimana fa).
Tale strumento è chiamato comunemente Aleph, ma è un errore perché Aleph è un software di gestione automatizzata delle biblioteche che permette anche di catalogare ma non è il catalogo on line.
Per sfruttare a pieno questo strumento bisogna imparare ad usarlo bene, altrimenti è come avere una Ferrari e non avere la patente.
Ad esempio un Opac permette di combinare più ricerche, di restringere e raffinare i risultati ottenuti attraverso l’utilizzo degli operatori booleani: AND,OR, NOT.
L’operatore AND recupera in un elenco unico i documenti contenenti tutti i termini indicati.(es: Giacomo Leopardi AND Il passero solitario); l’operatore OR recupera in un elenco unico i documenti contenenti uno qualsiasi dei termini indicati (es. Giacomo Leopardi OR Il passero solitario); l’operatore NOT elimina i termini di ricerca non desiderati (es. Giacomo Leopardi AND il passero solitario NOT a Silvia).
Per saperne di più consiglio di visitare questo link http://www.aib.it/aib/contr/gnoli1.htm, che riporta ad un articolo di Claudio Gnoli interamente dedicato all’utilizzo dei cataloghi in linea.
Per le vostre ricerche bibliografiche, trovate di seguito i link ai principali repertori di Opac in Italia e nel mondo, fornito dall’AIB (http://www.aib.it/aib/opac/repertorio.htm, http://www.aib.it/aib/lis/r.htm).
Inoltre attraverso il sito WWW della Library of Congress è visionabile un elenco di Opac di tutto il mondo e in particolare nordamericani (http://lcweb.loc.gov/z3950/gateway.html )
Buona ricerca!
Quante volte il personale di biblioteca, su vostra richiesta, si è seduto a fianco a voi davanti il pc per cercare nel “Catalogo on line”?
Ebbene in quei casi, anche se non lo sapevate, stavate consultando un OPAC, acronimo per On-line Public Access Catalog, ossia catalogo in linea accessibile pubblicamente.
“Public”e "On-line" perché un opac può essere consultato in biblioteca oppure comodamente seduti a casa vostra, offrendosi come strumento flessibile che permette di effettuare ricerche molte ampie.
Il tutto ovviamente a titolo gratuito.
Dall’avvento dell’informatizzazione delle biblioteche e grazie alla catalogazione automatizzata sono sempre meno diffusi i cataloghi tradizionali costituiti da schedine catalografiche cartacee. L’Opac permette di giungere alle informazioni attraverso punti di accesso più numerosi rispetto a quelli proposti dai cataloghi tradizionali (autore, titolo, soggetto , classificazione etc.)
In pochi click è possibile dunque ottenere l’informazione desiderata, compresa la localizzazione del documento e talvolta il full text.
L’Opac con cui gli utenti delle biblioteche dell’Università di Palermo hanno più familiarità è, senza dubbio, il Catalogo Bibliografico di Ateneo(link inserito nella sezione”link universitari” non più di una settimana fa).
Tale strumento è chiamato comunemente Aleph, ma è un errore perché Aleph è un software di gestione automatizzata delle biblioteche che permette anche di catalogare ma non è il catalogo on line.
Per sfruttare a pieno questo strumento bisogna imparare ad usarlo bene, altrimenti è come avere una Ferrari e non avere la patente.
Ad esempio un Opac permette di combinare più ricerche, di restringere e raffinare i risultati ottenuti attraverso l’utilizzo degli operatori booleani: AND,OR, NOT.
L’operatore AND recupera in un elenco unico i documenti contenenti tutti i termini indicati.(es: Giacomo Leopardi AND Il passero solitario); l’operatore OR recupera in un elenco unico i documenti contenenti uno qualsiasi dei termini indicati (es. Giacomo Leopardi OR Il passero solitario); l’operatore NOT elimina i termini di ricerca non desiderati (es. Giacomo Leopardi AND il passero solitario NOT a Silvia).
Per saperne di più consiglio di visitare questo link http://www.aib.it/aib/contr/gnoli1.htm, che riporta ad un articolo di Claudio Gnoli interamente dedicato all’utilizzo dei cataloghi in linea.
Per le vostre ricerche bibliografiche, trovate di seguito i link ai principali repertori di Opac in Italia e nel mondo, fornito dall’AIB (http://www.aib.it/aib/opac/repertorio.htm, http://www.aib.it/aib/lis/r.htm).
Inoltre attraverso il sito WWW della Library of Congress è visionabile un elenco di Opac di tutto il mondo e in particolare nordamericani (http://lcweb.loc.gov/z3950/gateway.html )
Buona ricerca!
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